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L'occupazione dell'Arneo segnò la storia salentina negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale. La sollevazione popolare fu repressa dalle forze dell'ordine ma rappresentò comunque un'importante presa di coscienza per i braccianti, le cui condizioni di vita fanno da sfondo a questo romanzo corale. Nucleo della narrazione è la storia del diciannovenne Alfredo, figlio di Enrico, calzolaio, e del suo amore per la coetanea Maria, costretta a condividere con la madre le fatiche dei campi. Entrambi sono protagonisti in un Salento all'apparenza immobile e lontano come un lembo di terra dimenticato nell'estremo sud, ma traboccante di varietà umane e personaggi genuini che ne fondano un'identità unica e irripetibile. Giacomo Toma riesce con grande abilità a raccontare la coscienza politica di un popolo semplice che esce dalla rassegnazione e dalla passività atavica cui il fatalismo culturale l'ha condannata per aggregarsi attorno ad un ideale comune in virtù del quale lottare e riscattare la propria dignità di uomini.